Dr House Italia - Angioedema ereditario
ANGIOEDEMA EREDITARIO
L’angioedema fu descritto per la prima volta da J.L.Milton nel 1876.
Successivamente H.Quincke nel 1882 coniò per questa malattia il nome di
EDEMA ANGIONEUROTICO. Nel 1888 Sir William Osler pubblicò invece il primo
articolo nel quale venne descritta la forma ereditaria della malattia. Si
dovrà attendere però fino al 1963 prima di scoprire che la malattia è
causata dalla carente attività di una proteina, il C1 inibitore, che
interviene nella regolazione del complemento e di altri sistemi coinvolti
nei processi infiammatori. La sua carenza provoca, con meccanismi non del
tutto noti, il rilascio di sostanze vasoattive con conseguente aumento della
permeabilità dei vasi capillari e formazione di edemi (gonfiore, è un
aumento di liquido localizzato nei tessuti all'esterno dei vasi sanguigni e
delle cellule. L'edema può interessare una sola zona, come ad esempio una
gamba, oppure può essere generalizzato, quando si manifesta in tutto
l'organismo).
L’ANGIOEDEMA EREDITARIO è una malattia rara con, nella maggioranza dei casi,
una TRASMISSIONE mendeliana di tipo AUTOSOMICO DOMINANTE (ogni gene che
trasmette un carattere esiste sotto forma di due alleli e ciascun individuo
eredita per ogni carattere un allele da un genitore e l’altro allele
dall’altro genitore; gli individui affetti ereditano quindi dal genitore
sano (con due alleli normali) un allele normale, mentre dal genitore malato
(con un allele sano e uno alterato) un allele alterato (ovviamente se il
genitore malato trasmette l’allele sano invece di quello alterato il figlio
risulterà sano!), ed un solo allele alterato è infatti sufficiente (da qui
il termine “dominante”!) per determinare la malattia. Il bambino di un
genitore malato avrà quindi il 50% di probabilità di acquisire l’allele
alterato e di essere a sua volta affetto dalla malattia.
Il 20% circa dei pazienti però non ha una storia familiare di angioedema e
la malattia è il risultato invece di una mutazione spontanea, ma questo non
ci interessa per comprendere il nostro caso clinico.
Il ragionamento sulla trasmissione mendeliana di tipo autosomico dominante è
forse un po’ complesso ma è peraltro indispensabile per comprendere il caso
clinico davvero singolare che questa settimana il Dr House ci propone. Il Dr
House intuisce al termine della puntata che sia Tracy che Jeremy, i giovani
sposini, erano entrambi affetti dalla stessa malattia: l’ANGIOEDEMA
EREDITARIO e che questa singolare coincidenza era dovuta al fatto che per
entrambi (a loro insaputa) il padre era lo stesso. Erano cioè
mezzi-fratelli. Essendo il padre malato questi aveva purtroppo trasmesso
l’allele alterato sia al primo figlio Jeremy che alla seconda Tracy,
quest’ultima avuta però con una donna diversa (dico “purtroppo” perché, se
si ricorda quanto sopra detto, si capisce che il padre malato poteva
trasmettere l’allele sano, e dare origine ad un figlio sano, o l’allele
alterato, e dare quindi origine ad un figlio malato, con la stessa
probabilità).
Clinicamente la malattia si manifesta con la periodica comparsa di edemi in
vari distretti corporei (Jeremy verso la fine della puntata viene sottoposta
erroneamente ad un intervento chirurgico nel sospetto di un’ischemia
intestinale ma nell’occasione i medici possono osservare sorprendentemente
che l’intestino non si presentava ischemico ma semplicemente edematoso!).
A differenza dell’edema di natura allergica (ORTICARIA), l’angioedema
ereditario non si associa mai a prurito. La malattia può essere molto grave
e può addirittura esporre al rischio di morte per asfissia nel caso in cui
l’edema si sviluppi nelle vie aeree superiori e non si intervenga in tempo!
Nel caso di familiarità positiva ed in presenza di sintomi tipici la
diagnosi è semplice. Il sospetto diagnostico può essere confermato dal
dosaggio dei livelli plasmatici del C1 inibitore.
La malattia può essere curata ma non può guarire. Gli attacchi acuti più
gravi vengono oggi trattati, dove disponibile, con l’infusione endovenosa
del concentrato plasmatico umano di C1 inibitore. Esistono anche farmaci in
grado di prevenire gli attacchi, ma questa terapia “profilattica” deve però
essere assunta continuativamente.