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  Dr. House Italia - Colpo di Calore e Intossicazione da selenio

Due casi clinici in questo 6° episodio della 4° stagione (che purtroppo viene trasmesso anche questa sera subito di seguito ad una replica). Foreman ed il team alle prese con una giovane pilota automobilistica con manifestazioni neurologiche ed House chiamato invece dalla CIA ad esaminare un proprio agente  che di ritorno da una missione manifesta sintomi di avvelenamento. Cominciamo dunque dal primo caso che risulterà poi essere un:

COLPO DI CALORE (HEAT STROKE)

Casey Alfonso è una giovane pilota automobilistica di “drag racing” che subito dopo aver vinto una gara inizia a manifestare disturbi visivi ed uditivi, e dopo poco cade a terra (House si occuperà del caso non tanto per l’interesse clinico che questo riveste quanto piuttosto perché rimane colpito dalla macchina di Casey!). Prima dei consueti cenni clinici vorrei però ricordare che Foreman aveva fin dall’inizio dell’episodio, sulla base degli esami di laboratorio che dimostravano un quadro di disidratazione, sospettato correttamente che la sintomatologia di Casey potesse essere ricondotta ad un colpo di calore, ma come vedremo non la pensavano così tutti gli altri (House però al termine dirà a tutti gli aspiranti che Foreman avrebbe dovuto essere ascoltato!). E ora veniamo al nostro argomento.

La temperatura corporea del nostro organismo viene strettamente regolata da meccanismi rivolti a mantenere un bilancio fra la produzione di calore e la sua dispersione, così che la temperatura corporea si attesti normalmente entro un certo range (36.0 - 37.4 °C). Questo controllo avviene a livello cerebrale: zone specifiche del cervello (ipotalamo) stabiliscono infatti il valore al quale deve essere regolata la temperatura (set point) esattamente come facciamo noi quando regoliamo il termostato del riscaldamento dell’appartamento! Avendo presente questo si comprenderà anche facilmente la distinzione che esiste fra ipertermia e febbre (anche se spesso si fa confusione e questi due termini vengono erroneamente utilizzati come sinonimi, anche se non lo sono!). Nell’IPERTERMIA i meccanismi di controllo della temperatura vengono meno così che la produzione di calore supera la sua dispersione. Nella FEBBRE invece i meccanismi di regolazione sono integri solo che i centri cerebrali deputati al controllo della temperatura aumentano il set-point al di sopra dei 37.5°C. L’aumento della temperatura corporea che si realizza con la febbre è, entro certi limiti, molto utile in quanto serve a far funzionare meglio tutti quei sistemi di difesa che il nostro organismo mette in essere quando deve combattere un’infezione.

Tra le cause più frequenti che determinano IPERTERMIA vi è certamente l’esercizio fisico (in cui si ha una grande produzione di calore) praticato in condizioni climatiche avverse: temperature elevate con un forte tasso di umidità (in cui la dispersione di calore è molto limitata). Inizialmente il paziente potrà manifestare stato confusionale, dolori muscolari, nausea e vomito. Se l’esposizione al calore continua e la temperatura corporea raggiunge i 40°C si avrà il cosiddetto COLPO DI CALORE. Questa condizione è un’emergenza medica che se non prontamente trattata, può addirittura condurre a morte. Il trattamento consiste fondamentalmente nel ridurre il più in fretta possibile la temperatura corporea (raffreddandola in vari modi: impacchi freddi, stracci bagnati, immersione in acqua fredda…) e reidratare l’organismo reintegrando i liquidi persi precedentemente con la sudorazione (se il paziente è cosciente fornendo acqua o altre bevande saline isotoniche, altrimenti, se non lo è, somministrando liquidi per via endovenosa!). Per risolvere il caso subito, sarebbe bastato misurare la temperatura corporea di Casey all’ingresso in ospedale, non vi pare? Certo però che ci saremmo persi questo bellissimo show!

 

E ora due parole sul secondo caso (la soluzione del caso risulterà particolarmente difficile perché la CIA si rifiuta di dare informazioni sull’agente malato, che in codice viene chiamato John! L’unica informazione fornita è che John sarebbe stato in un paese del Sud America e che potrebbe aver mangiato una grande quantità di castagne) che risulterà essere una:

INTOSSICAZIONE DA SELENIO (SELENOSI)

Il SELENIO è un elemento essenziale per gli animali e per l’uomo. La dose di selenio consigliata nell’uomo e di circa 55 microgrammi al giorno, e questo fabbisogno giornaliero viene normalmente assunto con la dieta. Una carenza di selenio si verifica infatti raramente. Cibi particolarmente ricchi di selenio sono i cereali, la carne, il pesce, le uova e … le NOCI del BRASILE, in Italia conosciute anche come NOCI del PARA’ (frutta secca che spesso si trova sulle nostre tavole per Natale o Capodanno insieme ad arachidi e noci “classiche”!)  (House ascoltando al letto la storia di John apprende che egli non era stato in Bolivia, come inizialmente detto dalla Dr.ssa Samira Terzi, ma in Brasile!). L’albero della noce del Brasile, cresce principalmente nell’amazzonia meridionale, tra Perù, Brasile e Bolivia. E’ una pianta che non viene coltivata ma cresce in aree naturali e dà frutti spontaneamente. Per quanto l’albero possa venire coltivato con relativa facilità in presenza di clima appropriato, l’assenza dell’insetto imenottero che lo impollina (tale insetto è esclusivamente selvatico ed adatto solo all’ambiente forestale), rende impossibile la fecondazione dei fiori e, quindi, la produzione dei frutti. Nonostante il nome commerciale di noce del Brasile (o anche NOCE AMAZZONICA) il principale produttore mondiale è la Bolivia (House avrebbe potuto pensare a questa diagnosi quindi anche se John fosse realmente stato in Bolivia, come inizialmente ritenuto!).

Una assunzione giornaliera di selenio superiore ai 400 microgrammi al giorno può invece condurre ad una situazione patologica che viene definita SELENOSI. House scoprirà infatti che John mangiava molte noci del Brasile, e non castagne come, forse per un errore di traduzione, era contenuto nel rapporto, e che essendo molto ricche di selenio gli avevano col tempo determinato una intossicazione cronica (a questo proposito, a proposito cioè di un errore di traduzione, si consideri che in Bolivia il frutto è conosciuto anche con il nome di almendras o castana del Beni, e che coloro che le raccolgono vengono anche detti castanheiros! Per cui strano che sia House che il Dr. Curtis della Mayo Clinic non abbiano pensato subito alla noce del brasile quando il rapporto parlava di “castagne”!) . Il quadro clinico che consegue all’intossicazione cronica è caratterizzato da: alterazioni cutanee, fragilità e perdita dei capelli, alterazioni e perdita delle unghie, alterazioni e caduta dei denti, alitosi con caratteristico odore di aglio, astenia ingravescente, neuropatia periferica… con un quadro clinico che può diventare così grave da condurre a morte (John presentava infatti molte di queste manifestazioni! Questa volta il caso clinico era OK!). Anche negli animali, in particolare nel bestiame e nei cavalli, l’ingestione di quantità elevate di selenio con il foraggio comporta l’insorgenza di una sintomatologia simile a quella che si riscontra nell’intossicazione cronica nell’uomo, e che va sotto il nome di ALKALI DISEASE.

Oltre al quadro di intossicazione cronica da selenio sopra descritta è bene ricordare che si possono presentare anche intossicazioni accidentali acute, attraverso sia l’inalazione che l’ingestione di composti del selenio, con  quadri clinici estremamente gravi.

Una volta fatta la diagnosi di selenosi John viene trattato con “terapia chelante” per rimuovere l’eccesso di selenio accumulato nell’organismo e … alla fine l’episodio si concluderà con la Dr.ssa Terzi che accetterà l’offerta di House di lavorare con lui! A domenica prossima dunque con un nuovo episodio!



 

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