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  Dr. House Italia - Embolia da bolla d'aria
EMBOLIA DA BOLLA D’ARIA
 

Tutto questo primo episodio della serata ruota attorno al fatto di House che rimane coinvolto in un pauroso incidente con un autobus. Subisce un trauma cranico e soffre di una amnesia parziale. E’ convinto che una persona che si trovava sull’autobus  avesse un grave problema medico pericoloso per la vita, e si sforza in tutti i modi di ricordare chi è, che cosa avesse e la dinamica dell’accaduto, ma non riesce. Bello lo show e belli i tentativi di stimolare la sua memoria fino all’allucinazione rivelatrice ottenuta con un farmaco usato in casi di Alzheimer e di altre forme di Demenza (in realtà il farmaco aveva dimostrato in queste malattie solo forse miglioramenti minimi dell’attività cerebrale). In questo contesto si inserisce il caso clinico dell’episodio (oltre a quello rappresentato dallo stesso House!). L’autista, apparentemente indenne dall’incidente, improvvisamente manifesta una temporanea incapacità a muovere le gambe. Successivamente presenterà dolori addominali, e poi insufficienza epatica con ittero (colorazione gialla della cute secondaria all’aumento della bilirubina!) ed infine acutamente dispnea (difficoltà a respirare). Il team crede a questo punto che il pz. abbia avuto un’EMBOLIA POLMONARE (un coagulo di sangue che, raggiunto il polmone attraverso il sistema venoso, vada poi ad ostruirne la circolazione del sangue), ma House crede invece ad un’EMBOLIA DA BOLLA D’ARIA causato dal trapano del dentista che avrebbe permesso il passaggio di aria nei vasi sanguigni. Tutta la sintomatologia del pz. sarebbe quindi da ricondurre all’ischemia dei vari organi determinata da queste bolle in circolo. Fantastico il fatto che sollevandogli le gambe House riesce a far in modo che tutta l’aria arrivi al cuore in modo da poterla poi semplicemente aspire con una siringa.

 

L’embolia da bolla d’aria o più generalmente l’EMBOLIA GASSOSA è una condizione medica causata dalla presenza di bolle di gas nel circolo sanguigno.

 

Piccole quantità di aria talvolta entrano nella circolazione ematica accidentalmente durante manovre chirurgiche o altre procedure mediche quali ad esempio terapie per via endovenosa, ma questi piccoli emboli di aria una volta entrati in circolo, attraverso il sistema venoso raggiungono il cuore e da qui il polmone dove vengono fermati senza dare solitamente alcuna sintomatologia.

 

Ovviamente se la quantità di aria è maggiore (volumi superiori ai 10 ml) la dimensione della bolla che ne risulta è così grande che rimanendo intrappolata nelle cavità cardiache può impedire al sangue di scorrere normalmente attraverso l’atrio destro, il ventricolo destro e da qui raggiungere il polmone. Un arresto del flusso sanguigno conduce ovviamente a morte.

 

Un’embolia gassosa di gravità variabile si può anche verificare nel caso di una risalita troppo veloce dopo un’immersione e questa situazione va sotto il nome di MALATTIA DA DECOMPRESSIONE (se si ricorda un caso clinico di malattia da decompressione era già stato affrontato da House, e commentato nella nostra sezione, nel secondo caso clinico del 18° episodio della terza stagione, al quale rimando per un approfondimento).

 

La presenza di un embolo gassoso in un’arteria è solitamente ancora più grave di quanto appena descritto per l’embolia venosa, perché in questo caso la bolla di gas, anche se di piccole dimensioni, eventualmente presente in un’arteria, può direttamente interrompere il flusso sanguigno in quel vaso e quindi determinare un’ischemia dell’area irrorata dall’arteria stessa. La sintomatologia dipenderà in questo caso dal tessuto o dall’organo privato dell’irrorazione: se si interrompe il flusso in un’arteria che porta il sangue al cervello avremo un ICTUS CEREBRALE, se si interrompe invece il flusso in un’arteria che porta il sangue al cuore avremo un’INFARTO CARDIACO, ecc.

 

Da ultimo credo vada considerata un’altra rara, ma possibile, situazione. In circa il 20 % della popolazione a livello cardiaco esiste la possibilità di una comunicazione fra l’atrio destro e l’atrio sinistro che va sotto il nome di FORAMEN OVALE. Quando una certa quantità di aria entra in una vena, questa, come già ricordato, attraverso il sistema venoso raggiunge l’atrio destro, poi il ventricolo destro (e se non è di dimensioni tali da arrestare il flusso sanguigno) giunge poi attraverso l’arteria polmonare ai polmoni. Una parziale ostruzione gassosa del circolo polmonare (come anche una patologia polmonare preesistente) può determinare un aumento delle pressioni del sangue nell’arteria polmonare che si trasmettono a monte al ventricolo destro e a monte ancora all’atrio destro. L’aumento delle pressioni nell’atrio destro può spingere la bolla d’aria direttamente nell’atrio sinistro attraverso il foramen ovale e da qui nel ventricolo sin e da questo infine raggiungere attraverso l’aorta ed il circolo arterioso tutti i distretti dell’organismo riproducendo quanto detto per l’embolia arteriosa. Cioè in questa situazione la bolla d’aria presente nel distretto venoso non viene più arrestata dal polmone ma entra nel circolo arterioso attraverso il foramen ovale, determinando ischemie di gravità diversa a seconda dell’organo interessato.



 

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